Spotting ovulatorio, cos’è?

Le piccole perdite tra una mestruazione e l’altra possono essere più comuni durante i giorni dell’ovulazione e, anche se sembra strano, questo fenomeno può risultare frequente nel periodo che precede la menopausa. Ecco da cosa può dipendere e cosa si può fare.

Spotting ovulatorio: cos’è

Lo spotting ovulatorio consiste in perdite ematiche che si verificano nei giorni dell’ovulazione, quindi all’incirca a metà del ciclo (14 giorni dopo l’ultima mestruazione).

Non hanno nulla a che vedere con le mestruazioni perché si tratta della fuoriuscita di sangue uterino di colore particolarmente scuro. Infatti lo spotting è di un tipico color marrone scuro.

Lo spotting ovulatorio non dà dolori come le mestruazioni perché non è accompagnato da crampi addominali, seno dolente, mal di schiena o cefalea che ogni donna può provare con intensità variabile.

Il termine “spotting” deriva dal verbo inglese “to spot” (ovvero “macchiare”) e indica le piccole perdite di sangue che durante la vita fertile (e non solo) possono verificarsi al di fuori delle mestruazioni. È piuttosto frequente nella vita delle donne ma non va sottovalutato se avviene con frequenza.

Può essere particolarmente significativo nel periodo di transizione dalla premenopausa alla menopausa a causa dei cambiamenti ormonali fisiologici in questa fase. In genere, infatti, lo spotting è causato generalmente da uno squilibrio tra la produzione di estrogeni e quella di progesterone.

Sanguinamenti anomali tra una mestruazione e l’altra possono verificarsi sia nelle prime fasi del ciclo che alla fine; più spesso, però, si presentano in concomitanza con l’ovulazione (quindi all’incirca intorno al quattordicesimo giorno). Un diario delle mestruazioni, soprattutto quando iniziano a manifestarsi i primi effetti delle variazioni ormonali come l’irregolarità mestruale, può rivelarsi uno strumento molto utile per annotare eventuali perdite e riferirle con precisione al ginecologo.

Lo spotting, infatti, va sempre indagato per accertarne le cause precise, che possono essere molto diverse tra loro. Soltanto lo specialista può individuarle con una visita ginecologica e, se necessario, esami più approfonditi.

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Spotting ovulatorio: quali possono essere le cause

Nel corso della vita fertile il fenomeno dello spotting ovulatorio, può avere cause diverse e di varia natura:

Quando, all’interno di questa casistica, si verifica un singolo episodio di spotting, in genere non c’è da preoccuparsi. Talvolta le perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra, se dovute semplicemente a una produzione ormonale irregolare, possono essere considerate persino un fenomeno fisiologico.

Tuttavia è sempre bene approfondire la questione rivolgendosi allo specialista perché, fa notare la dottoressa Alessandra Graziottin, nota ginecologa esperta in menopausa, queste perdite indicano sempre che qualcosa non funziona regolarmente nell’organismo poiché una donna in condizioni normali non ha perdite tra una mestruazione e l’altra.

Abbiamo detto che lo spotting è causato da un’alterazione della produzione ormonale e quindi potrebbe essere sintomatico dell’avvicinarsi della menopausa.

Ma se l’esame dell’FSH che si può effettuare con un normale esame del sangue esclude che le perdite siano dovute ad uno squilibrio tra i livelli di estrogeni e progesterone naturale se l’organismo si sta preparando alla fine dell’età fertile, esiste la possibilità che dietro lo spotting ci siano delle patologie, soprattutto se il fenomeno si ripete in più cicli e sempre durante il periodo dell’ovulazione. Ecco quali possono essere:

  • Endometriosi: un sanguinamento uterino in concomitanza dell’ovulazione potrebbe indicare una situazione anomala a livello dell’endometrio (il tessuto posizionato all’interno dell’utero). L’endometriosi è una patologia, recentemente inserita anche tra le malattie invalidanti, nella quale l’endometrio cresce al di fuori dell’utero (ad esempio sulle ovaie o nell’intestino). Questa condizione può causare la formazione di cisti che possono sanguinare dando origine alle perdite ematiche. Chi soffre di endometriosi ha generalmente cicli estremamente dolorosi e mestruazioni emorragiche.
  • Cisti ovariche: sanguinamenti nel periodo ovulatorio potrebbero essere il segnale di un problema a carico delle ovaie, come la presenza di cisti. Queste possono restare asintomatiche per anni ma è semplice individuarle con una normale ecografia transaddominale.
  • Fibromi e polipi uterini: i fibromi o miomi sono escrescenze (possono essere dure, molli e anche pendule) costituite da tessuto connettivo fibroso; i polipi nascono da alterazioni cellulari che si verificano nella zona più interna dell’utero (endometrio) e più di frequente compaiono in età perimenopausale, tra i 40 e i 50 anni.. Tra i segnali della presenza di fibromi e polipi ci sono proprio le perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra ma anche dolore pelvico, dolore durante i rapporti (dispareunia) e minzione frequente. Di norma, i polipi vengono sempre asportati; i fibromi, se asintomatici, possono anche essere conservati e tenuti sotto controllo, secondo il parere del ginecologo.
  • Atrofia Vulvo Vaginale: si tratta di una condizione progressiva (vuol dire che, se non trattata, tende a peggiorare e a cronicizzare) molto comune tra le donne in menopausa. Interessa una donna su 2 dopo i 50 anni. È legata alle alterazioni ormonali tipiche della fine dell’età fertile e provoca un assottigliamento dei tessuti vaginali e vulvari che diventano più fragili e meno elastici, dunque più esposti al rischio di microlesioni. Tra i sintomi dell’Atrofia Vulvo Vaginale ci sono proprio le perdite ematiche, insieme a prurito intimo, secchezza vaginale e dolore ai rapporti.

Spotting ovulatorio: cosa fare

Abbiamo detto che qualunque episodio di spotting (anche singolo) va indagato, in particolar modo se si verifica in concomitanza con l’ovulazione. Quindi, se noti una perdita di sangue anomala fissa un appuntamento con il ginecologo.

Nella maggior parte dei casi non c’è da allarmarsi ma indagare significa prevenire. Anche se le perdite dovessero verificarsi in un unico episodio facilmente riconducibile a stress, ritmi di vita poco sani o altre questioni del genere, i sanguinamenti anomali possono essere fonte di ansia e paura. Non esitare a rivolgerti allo specialista: riacquistare la tua serenità è più semplice di quanto immagini.

È sufficiente un’accurata visita ginecologica corredata di ecografia pelvica (indispensabile per individuare eventuali cisti ovariche e monitorare lo stato di salute dell’utero) e pap test. Sarà poi il ginecologo a valutare la necessità di ulteriori indagini più approfondite.

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Medico chirurgo, specializzato in ostetricia e ginecologia

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano

Dottore in scienze motorie

PhD, docente presso Università Ecampus e Università G. D'Annunzio di Chieti

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