Voglia di uscire cercasi: quella strana apatia in perimenopausa

donna apatica

Quante volte capita di doversi fare “violenza” per uscire? Stasera è la serata e tu…sono già 3 ore che cerchi scuse plausibili per non andare. Si chiama apatia: ecco cos’è e perché è frequente con l’arrivo della perimenopausa.

Hai iniziato con qualche serata tv e divano “per colpa” di quella stanchezza all’improvviso che non sapevi spiegarti, poi hai “approfittato” di un pomeriggio di pioggia per dedicarti alla lettura e annullare i tuoi impegni, fino a che, poco alla volta, è finita che ti sei rintanata in casa.

Spesa, commissioni, uscite d’obbligo, insomma, e poi stop. Non ti va di fare una passeggiata con le amiche né di uscire a cena con il tuo compagno, ancora meno, poi, se con un’intera comitiva di amici. Cosa ti succede? Come ti senti?

Questa specie di passività ha un nome ben preciso: si chiama apatia. Si tratta di una condizione non così rara nel periodo a ridosso della menopausa, che non deve essere sottovalutata perché può avere ripercussioni importanti sulla mente ma anche sul corpo. Se troppo spesso ti capita di vivere questa condizione di inerzia, leggi questo articolo.

Il significato di apatia

Il termine “apatia” deriva dal greco pathos (passione): a-pathos vuol dire, appunto, senza passione.

Questo termine descrive, quindi, l’assenza di interesse, partecipazione, emozioni, desideri, pulsioni, nei confronti di tutto e tutti. Un atteggiamento di apatia si può avere non soltanto riguardo a cose pratiche ma anche di fronte a questioni intellettuali, morali e persino affettive.

I sintomi dell’apatia

A volte capita a tutti di voler stare un po’ per conto proprio. Ma quando questa situazione si ripete sempre e per un tempo prolungato, allora è segno che forse c’è dell’altro oltre a una caratteriale pigrizia.

Presta attenzione, ad esempio, a questi sintomi:

  • Astenia
  • Stanchezza cronica anche se non ci sono problemi di sonno
  • Pigrizia generalizzata
  • Passività nei confronti delle cose e delle persone
  • Malessere generale e difficoltà a cambiare le cose

I sintomi dell’apatia sono facilmente sovrapponibili a quelli della depressione, ma c’è un distinguo da fare: la stanchezza cronica (quella, per intenderci, che non si riesce mai a recuperare) può essere un corollario molto frequente della menopausa e di una difficoltà a dormire; la pigrizia un tratto “genetico” del proprio carattere; l’apatia, invece, è una condizione che, a differenza delle precedenti, comporta anche una sofferenza psicologica dell’individuo. Ci si rende conto, cioè, della propria inerzia di fronte alla vita in generale ma non si riesce ad uscire dal torpore in cui ci si trova.

I rischi dell’apatia

L’apatia psicologica, quella che va ben oltre la pigrizia fisica di starsene senza fare niente, può manifestarsi poco a poco con sbalzi d’umore frequenti e irritabilità crescente.

Si tratta di cambiamenti emotivi e stati d’animo che possono essere normali (nella misura in cui non compromettono la qualità di vita) tra la perimenopausa e la menopausa ma che non vanno sottovalutati quando diventano particolarmente importanti.

L’apatia, lo abbiamo detto prima, può anche essere il segnale-spia di una condizione non rara nelle donne over 50: la depressione. In questo senso può avere risvolti più gravi ed è per questo motivo che non va trascurata.  Può essere, inoltre, il segnale di una forma di ansia eccessiva: una condizione capace, nei casi più severi, di causare un blocco emotivo e di azione (da qui lo stato di passività) dell’individuo.

In entrambi i casi, insomma, è bene non sottovalutare gli atteggiamenti di apatia che si protraggono, con frequenza, nel tempo. Anche il ginecologo può essere la persona giusta con cui parlarne: sarà lui a valutare la necessità di richiedere un aiuto psicologico.

Non ho voglia di fare nulla: perché in perimenopausa accade più di frequente

Le alterazioni nella produzione ormonale tipiche della perimenopausa possono facilmente farti sentire triste, pigra, in preda ad un umore un po’ ballerino che condiziona le tue giornate. Ecco perché è facile, in questo periodo, non avere voglia di fare nulla. Ma c’è di più.

  • A questa condizione fisiologica possono aggiungersi disturbi del sonno e insonnia, piuttosto frequenti negli anni che precedono la menopausa. Ne consegue che se non riposi bene e accumuli nottate dopo nottate in preda a sudorazioni notturne (uno dei disturbi più comuni della perimenopausa) e risvegli frequenti, già al mattino ti sembra difficile scendere dal letto e la tua giornata comincia in salita ancora prima di iniziare.
  • Se poi, come non è raro che accada in questa fase, ci si mettono vuoti di memoria, emicrania e dolori articolari, allora finisci per concludere che la sola cosa che vuoi è stenderti sul divano con una tisana.
  • Se, complice la menopausa, accusi una maggiore tendenza al gonfiore e ad accumulare qualche chilo in più, anche il tuo mutato aspetto fisico (con tutte le implicazioni psicologiche che ne derivano) può pesare sulla tua voglia di fare. Quando non ti senti a tuo agio con il tuo corpo e fai fatica ad accettare i suoi cambiamenti, infatti, “chiuderti” può sembrare un’ottima “strategia” (sbagliata, invece): evitare gli amici e le occasioni sociali non è un modo per risolvere il tuo problema ma sicuramente un buon modo per crearne un altro.

Come uscire dall’apatia e ritrovare la voglia di vivere

Il primo passo dipende solo da te: se non prendi coscienza della passività in cui sei caduta e non hai la volontà di reagire al “deserto” di emozioni, desideri e passioni in cui ti trovi, nessuno può aiutarti. Detto questo, puoi trovare la prima “sponda” forte nella tua famiglia, nelle persone che ti vogliono bene.

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Anche condividere il tuo disagio con le amiche, che probabilmente attraversano la stessa stagione di vita che stai vivendo tu, può esserti d’aiuto. Potrebbe bastare una chiacchierata con un’amica per scoprire che i tuoi “problemi” non sono poi così diversi da quelli delle altre donne prossime alla menopausa e, così, rasserenarti?

Il discorso è diverso, invece, in presenza di un disagio psicologico forte, quello che deve far suonare il campanello d’allarme e spingerti a rivolgerti ad uno psicologo, senza vergogna né imbarazzo. Farsi aiutare da uno specialista è un modo per accettare la nuova stagione di vita che si vive e, al tempo stesso, “correggere il tiro” in modo da viverla in serenità. 

I rimedi all’apatia

  • lasciati coccolare dalle persone che ti vogliono bene e non isolarti: la “spinta” di chi ti è intorno può esserti di grande aiuto per ritrovare il piacere di fare quelle piccole cose alle quali prima non davi neanche troppo peso;
  • una passeggiata, un appuntamento dal parrucchiere, una cena fuori e poi, poco alla volta, una gita, un tour per musei: adesso che magari sei meno gravata dagli impegni familiari e di lavoro rispetto ad un tempo, puoi godere di un tempo libero di qualità;
  • puoi anche pensare di rispolverare un vecchio hobby o una passione che hai smesso di coltivare, riprendendo a praticarli poco a poco;
  • quando proprio la voglia di uscire non c’è, allora sfrutta il tempo per dedicarti a delle buone letture o ascoltare musica: insomma, no al tempo vuoto;
  • l’attività fisica è un toccasana non soltanto per il corpo ma anche per la mente: discipline dolci come lo yoga o la mindfulness possono fare molto per rilassarti e dare “nuova forma” ai tuoi pensieri perché “allenano” anche la psiche. Oltre ai muscoli, infatti, distendono la mente e si focalizzano sulla respirazione. Niente di meglio per rimetterti in contatto con la parte più profonda di te. Se non ami frequentare una palestra, possono bastare 30 minuti al giorno di camminata veloce per farti uscire fuori dal circolo vizioso della stanchezza cronica.

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I medici e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e alla validazione scientifica dei nostri contenuti.
Medico chirurgo, specializzato in ostetricia e ginecologia

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano

Dottore in scienze motorie

PhD, docente presso Università Ecampus e Università G. D'Annunzio di Chieti

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