L’importanza del pensiero positivo nella gestione delle crisi

pensare positivo

Se dopo i 40 “il gioco si fa duro” e senti che il tuo corpo e la tua psiche non rispondono più come una volta agli stimoli esterni, imparare a guardare sempre e solo il lato positivo delle cose può essere un’ottima soluzione. Non sei capace? Puoi imparare! Ecco come.

Corsi di autocontrollo o attività per sfogare rabbia e nervosismi, mindfulness, yoga o libri che stimolano l’auto-aiuto: tutto bello, ma poi quando la vita prende una piega inaspettata e sgradita anche le più salde e convinte buone intenzioni di non lasciarsi andare ai pensieri negativi, iniziano a vacillare. Sai cosa? È normale. È assolutamente normale. Anzi.

Uno studio recentemente condotto dalle prestigiose università di Harvard e Stanford ha specificato che tentare di soffocare o reprimere rabbia, negatività e sentimenti di tristezza può essere nocivo tanto quanto esprimerle con troppa prevalenza o con troppa frequenza.

E iniziamo proprio da qui per capire come gestire i momenti di crisi – come può essere la perimenopausa da molti punti di vista – e fare tesoro di qualche debolezza.

#1 Se vuoi piangere, piangi. Se vuoi stare da sola, fallo

Sin da quando eri piccola, i tuoi genitori hanno cercato di calmare i tuoi capricci, i tuoi pianti di dolore (magari dopo esserti sbucciata il ginocchio) o di tristezza con una incitazione a smettere di piangere, ad accantonare questa tipica reazione che viene associata alla debolezza.

Questo retaggio può esserti rimasto addosso, senza che tu te ne accorga ma mai come in questo momento è importante che tu riesca a liberartene. Permetti a te stessa di esprimere le tue emozioni come credi, a patto che il tuo modo di esternarle non sia nocivo né per te stessa né per gli altri. Ci sono molte attività che possono aiutarti a liberare tensioni e rabbia, come la teatro-terapia, dove in un luogo “protetto” come il palcoscenico, con una buona guida degli istruttori, può diventare il posto giusto dove piangere e urlare senza sembrare una pazza. Ti farà sentire molto meglio dopo.

Se il tuo desiderio è la solitudine, devi solo adoperarti per prenderti un momento tutto tuo: non c’è niente di male nel desiderare del tempo solo per se stesse e – che tu ci creda o no – è solo questione di organizzazione.

#2 Non importi di pensare positivo, è un modo che il tuo corpo ha di richiedere attenzioni

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Quando ti sbucci un ginocchio provi dolore, ed è il modo che il corpo ha per evidenziare quella ferita e invitarti a prenderti cura di quel piccolo incidente di percorso. La stessa cosa vale per “le ferite dell’anima” che possono dolere nello stesso modo di un taglio o di una frattura. Ignorare questi segnali significa accantonare una richiesta di attenzione del tuo corpo e, potenzialmente, peggiorare una situazione.

Le emozioni negative o spiacevoli sono una parte importante ed essenziale della realtà e la soluzione sta nell’ascoltarle e nel prendersene cura, senza ignorarle. Puoi parlarne con le amiche, con il tuo medico o con uno psicoterapeuta, specialmente se vuoi non solo risolvere il tuo problema quotidiano, ma anche imparare  un nuovo approccio al problem-solving. E se la prima volta non funziona, non scoraggiarti: un pensiero negativo o un problema reale e tangibile può richiedere del tempo per essere elaborato e non esiste una formula magica che lo fa sparire dall’oggi al domani.

#3 Trova il tuo coraggio, allenandolo ogni giorno

Essere coraggiosa non significa fare parapendio o sport estremi. Il coraggio è quello che puoi allenare ogni giorno trovando dentro di te le motivazioni e la giusta spinta per superare un ostacolo e andare oltre, senza rimpianti. Più ostacoli dovrai superare, più potrai allenare il tuo coraggio e la tua determinazione. Dunque se ti trovi davanti a un bivio affrontalo con questa consapevolezza: la prossima volta sarà più facile.

Dunque: se ti trovi dinnanzi a un periodo difficile perché i primi disagi della perimenopausa ti stanno mettendo a dura prova, sappi che dipende da te stessa e dalla tua determinazione a superarli il fatto che tu possa stare presto meglio. Prendila con filosofia e pensa che – tutto sommato – sono un passaggio normale e fisiologico della tua esistenza di donna, esattamente come i dolori mestruali e la sindrome premestruale. Hai elaborato una strategia che ti ha aiutato a superarli per tutta la tua vita adulta? Bene. Puoi farlo anche adesso, con un’esperienza maggiore.

#4 Fortuna e sfortuna non esistono

Questa è una convinzione dura da cambiare, ma se ti senti una persona “sfigata”, così come si dice in gergo, e cioè sfortunata, sappi che non stai facendo altro che mettere l’accento su tutte le coincidenze negative che ti capitano, lasciando da parte quelle invece positive che tutti noi attraversiamo, quotidianamente.

L’esercizio è quello di provare a fare un punto sulla tua vita attuale, concentrandoti su tutto ciò che ti piace così com’è. La tua famiglia, ad esempio, o il tuo lavoro, la tua casa, il tuo hobby, l’ultimo libro bello che hai letto, ma anche una bella serata passata tra amici, una cena gustosa, o la telefonata dell’amica di sempre che non sentivi da un po’. Sicuramente troverai delle cose belle che ti sono capitate ultimamente. Riparti da lì e ringrazia te stessa per queste cose. Ringrazia la tua “fortuna”. Vedrai: se riuscirai a farlo ogni giorno, a fare cioè il punto sulle cose belle che hai, presto il tuo punto di vista sulla tua vita cambierà e ti sentirai di aver guadagnato e meritato la tua “fortuna”.

#5 Cosa ti manca davvero per essere felice?

Cosa desideri? Senti che ti manca qualcosa per essere felice? Bene. Scrivilo. E poi fai un quadro di ciò che puoi fare per raggiungerlo e ottenerlo. Essere felici è un lavoro: implica impegno, costanza e applicazione. Nessuno è felice senza motivo. E anche quando quel qualcuno dice di esserlo, vedrai, un buon motivo c’è sempre.

La felicità è sempre un traguardo da raggiungere. E non appena l’avrai raggiunto sarà una sensazione da alimentare perché non si faccia effimera e si affievolisca lentamente.

#6 Non cadere nelle distorsioni cognitive

Quando qualcosa non va come doveva andare, è facile generalizzare e lasciarsi andare a frasi tipo: “non me ne va bene mai una!” oppure “Succedono tutte a me!” oppure “Mai una gioia”, un modo di dire che spopola sui social grazie a qualche fortunata gag televisiva. Il problema non è dirle, queste cose. Il problema è che a forza di dirle, poi, ci si comincia a credere per davvero.

Una distorsione cognitiva è quel meccanismo in cui è facile cadere, che quando ci accade un imprevisto o quando qualcosa non va per il verso giusto, ci fa vedere tutto nero, cancellando d’un colpo tutte le cose belle che capitano in ogni esistenza. Distorsione cognitiva è esasperare gli elementi minacciosi, cadere nella trappola del catastrofismo, rimuginare sul passato proiettandolo sul futuro, ingigantendo la tua responsabilità sugli eventi negativi. A nulla serve provare a pensare positivo, in questi casi.

La via d’uscita è provare ad abbandonare lo stress concentrandosi sulla realtà: sul respiro, sul ritmo del cuore, sulle sensazioni fisiche. I pensieri negativi e le emozioni (sia positive che negative) dureranno una manciata di secondi, e poi spariranno. Concentrati su questa sospensione e cerca di mantenerla. Sì, anche per questo ci serve allenamento.

#7 Non è la mente a guidarti: sei tu che puoi guidare la tua mente nel modo giusto

Molti pensano che se sono tristi non possono fare molto per superare la tristezza, o che se sono depressi, idem: è la mente che guida. “Cosa posso farci se vedo tutto nero? È il mio brutto carattere!”

Niente di più sbagliato. La mente non è un corpo estraneo eterodiretto. La tua mente sei tu, e sei tu che devi guidarla attraverso l’interpretazione degli eventi e delle emozioni che il corpo ti suggerisce. Se riesci ad acquisire profondamente questa consapevolezza, vedrai che sarai presto molto più abile a far emergere soluzioni al posto dei problemi, opportunità invece che criticità. È tutta una questione di sguardi sul mondo e sulle cose, ed è questo che rende tale ogni successo.

#8 Se hai bisogno di aiuto, chiedi

A volte è solo questione di far sapere agli altri come ti senti. Non è detto che sia chiaro: ci hai pensato? Perché mai gli altri dovrebbero essere consapevoli di come ti senti e sapere persino che hai bisogno di aiuto e ciò di cui hai bisogno? Capisci bene che non è possibile. Quindi…

Quindi la cosa migliore è chiedere aiuto. Se sono i disturbi della menopausa a darti noia, se stai attraversando un momento di debolezza perché le vampate non ti danno tregua e la notte non riesci a riposare bene, puoi parlarne con il tuo  ginecologo e provare un integratore naturale come Femal. Femal non è un farmaco e non contiene estrogeni né fitoestrogeni. L’estratto di polline purificato, un principio attivo che inibisce la ricaptazione della serotonina,può aiutarti a ritrovare il benessere perché è efficace contro i 5 disturbi più fastidiosi della menopausa: vampate, sudorazioni notturne, insonnia, stanchezza ed irritabilità. Basta una capsula al giorno e la tua voglia di stare meglio per ritrovare la tua stabilità emotiva e il tuo benessere psico-fisico. Chiedi al ginecologo!

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I medici e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e alla validazione scientifica dei nostri contenuti.
Medico chirurgo, specializzato in ostetricia e ginecologia

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano

Dottore in scienze motorie

PhD, docente presso Università Ecampus e Università G. D'Annunzio di Chieti

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